“Arrivederci a Taranto” fotografa un paesaggio complesso che, a partire dagli anni ‘60, viene completamente modificato per favorire lo sviluppo industriale ed economico del Meridione. Taranto, una delle città industriali più grandi del Mondo, viene raccontata dai suoi stessi abitanti, descrivendo le aspettative e le speranze del boom economico, le morti bianche e le questioni legate all’inquinamento ambientale e alla difficile situazione sanitaria. Il film è stato invitato al Festival Cinemambiente di Torino, al Festival del Cinema Europeo e ha vinto il premio “Cortowork” all’Epizephiry International Film Festival.
Scheda tratta dall’approfondimento: Taranto: la città dei due mari?
TIMECODE: 00:18-02:13
Il film inizia presentando varie immagini del suggestivo paesaggio marino di Taranto. Fin da subito, la voce narrante evidenzia il cambiamento della città, descrivendo come “quella che fu la perla della Magna Grecia, il porto e la culla della civiltà ionica, ci accoglie oggi con un paesaggio surreale, dantesco e sterminato” e sottolineando che “l’ombra della grande industria non ti lascia mai”.
TIMECODE: 1:05:32-1:06:28
Il giornalista Michele Turzi descrive come il Mare Piccolo sia stato compromesso dall’Arsenale Militare e dai cantieri navali di Taranto.
Titolo: Arrivederci a Taranto
Regia: Roberto Paolini
Anno: 2008
Supporti: audiovisivo, analogico e digitale colore
Genere: documentario, non fiction
Durata: 1:26:04
Soggetto conservatore: RUP
Complesso archivistico: N/A