Immagini di antiche dimore arabo-normanne, che mostrano dettagli artistici e architettonici di grande pregio. Si alternano inquadrature panoramiche delle antiche dimore a quelle delle moderne costruzioni abusive, agglomerate una accanto all’altra. Vengono riprese le dimore storiche della Cuba, della Zisa e della Favara, con immagini a tutto schermo di quadri che le ritraggono nei secoli passati. Si mostrano anche particolari della Zisa.
Interviste a Bellafiore, Lanza-Tomasi, Cantoni e Fasino, che discutono mentre camminano tra edifici di architettura arabo-normanna. Si vedono esterni e interni di edifici storici in degrado, alcuni dei quali pericolanti, e primi piani di affreschi scrostati. In sovrimpressione appaiono i nomi degli intervistati. Sul commento dello speaker, si proiettano a tutto schermo immagini di dipinti dei secoli passati. Si mostrano anche immagini del declino della Favara nei tempi moderni e dell’abusivismo edilizio circostante. Un custode parla degli esterni della Favara, con i nomi degli intervistati in sovrimpressione.
Speaker legge brano tratto da un testo di un viaggiatore arabo del XII secolo. Commento speaker sul Degrado di alcune città su sottofondo musicale. Speaker parla di Palermo e delle antiche dimore dette: Cuba, Aziza e Favara. Intervista a Bellafiore che spiega le caratteristiche artistiche e architettoniche delle abitazioni dal 1130 al XII secolo. Bellafiore parla della Cuba, prezioso palazzo reale nell’ area della conca d’ oro, oggi assediato da costruzioni edilizie abusive. Speaker parla della Cuba, dei soldi stanziati dalla Cassa del mezzogiorno nel 1953 e 1956 per il restauro del monumento, ma il denaro rimase inutilizzato. Speaker parla, poi della Aziza, tipico esempio di architettura arabo – normanna, costruita dopo la conquista dei Normanni della Sicilia. Intervista a Lanza – Tomasi che parla della ristrutturazione parziale della Aziza che sta crollando ed ha subito atti vandalici e dei problemi creati dalla burocrazia statale per il restauro. Intervista a Cantoni e a Fasino sul Degrado del patrimonio architettonico risalente all’ epoca arabo normanna, sul problema dell’ edilizia abusiva e sui fondi previsti per i restauri. Speaker, a proposito della Favara cita un testo in cui si esalta la bellezza della costruzione araba che aveva colpito molto i normanni, oggi in totale declino. Ne parla Lanza – Tomasi. Intervista al custode della Favara.
Titolo: In difesa della cultura. Il crollo dei Normanni
Regia: Giulio Macchi
Anno: 1970
Supporti: audiovisivo, pellicola b/n
Genere: reportage, non fiction
Durata: 51:32
Soggetto conservatore: RAI Teche
Complesso archivistico: Habitat – Settimanale di Giulio Macchi
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Il progetto prevede non solo la collaborazione con enti ed istituzioni che si occupano della raccolta e della catalogazione di materiali fotografici e audiovisivi ma anche il coinvolgimento di altri soggetti – cittadini, organizzazioni indipendenti, etc. – che vogliano inviare o segnalare possibili contributi di interesse per la ricerca.
In questa prima fase, è possibile mettersi in contatto con il team di lavoro via e-mail o utilizzando i nostri canali social, in futuro non si esclude di attivare anche un canale dedicato sul sito per il caricamento diretto di contributi da parte degli utenti.
Il progetto mette insieme tre unità di ricerca – afferenti all’Università di Milano-Bicocca, IULM e Tor Vergata – che lavoreranno sul paesaggio italiano tenendo conto del fatto che questo si compone di diverse realtà e cercando di costruirne una tipologia. L’unità IULM si focalizzerà sul paesaggio urbano industriale, quella di Tor Vergata sul paesaggio rurale e quella di Milano-Bicocca sul paesaggio marino.
Il lavoro di ricerca consisterà innanzitutto nell’indagare come è stato rappresentato il paesaggio italiano dagli anni del boom economico in poi e come viene rappresentato ancora oggi. Quindi, analizzando le diverse modalità di rappresentazione, che sono cambiate nel corso del tempo, si cercherà di capire se alla base di queste diverse modalità di rappresentazione ci sia anche un approccio differente all’ambiente, quello che noi chiamiamo “un diverso discorso ambientalista”. In questo caso l’interrogativo è quello di individuare quale sia l’obiettivo, l’idea di fondo della rappresentazione: se quello di proteggere, di preservare, oppure di conservare, o se c’è un’idea che pone particolare attenzione agli animali, se c’è un approccio antropocentrico o se invece siamo in grado di liberarci dallo specismo.
C’è una complessità teorica alla base di questo progetto dovuta anche al tentativo di mettere insieme le diverse competenze coinvolte, perché lavorare sulla rappresentazione del paesaggio significa evidentemente anche costruire un dialogo fra geografi ed esperti di media audiovisivi.
Greening the Visual: an Environmental Atlas of Italian Landscapes è quindi di un progetto importante e complesso della durata di tre anni che speriamo porti anche a dei risultati appetibili dal punto di vista del pubblico. Infatti, tra gli obiettivi del progetto, c’è anche che questo atlante possa diventare uno strumento educativo, per cui parte della ricerca coinvolgerà anche le scuole e si concentrerà su come il materiale audiovisuale possa essere utilizzato per scopi didattici
(Tratto dall’intervento di Elena dell’Agnese, coordinatrice del progetto, in occasione del Convegno SIMTUR 2020).