Il progetto, inizialmente intitolato “Sardegna: il tramonto di un paradiso”, viene successivamente rinominato “Sardegna: la difesa di un paradiso”. Da una visione disfattista sulla drammatica situazione ambientale che investe gran parte dell’isola si passa ad un approccio di attivismo e conservazione del territorio. Questo indica quanto il film, nato come documentazione passiva, si sia trasformato in un progetto multimodale e attivo.
Dopo un’introduzione sul progetto, il documentario si divide in quattro capitoli: modificazioni umane, industrie del centro e sud Sardegna, bellezze naturali, e industrie del nord Sardegna. A parte il terzo, costruito come intermezzo per illustrare le potenzialità della regione da una prospettiva turistica e ambientale, i restanti capitoli affrontano i maggiori conflitti ambientali dell’isola: la cementificazione di Olbia e i dissesti geologici da essa causati; la distruzione della Foresta del Marganai; il polo industriale di Portovesme; l’inceneritore di Tossilo; l’incidenza dei cancri a Sarroch; la centrale di Fiume Santo e l’incidente della “marea nera”; e, infine, il caso del fallimentare polo industriale di Porto Torres. Gli autori prendono una posizione netta e chiara rispetto ai problemi ambientali in Sardegna, narrandoli in prima persona e, soprattutto, propongono il turismo come soluzione economica alternativa e sostenibile all’industria.
Sinossi: https://www.cinemaitaliano.info/sardegnailtramontodiunparadiso
TIMECODE: 31:26-32:45
“Lontano dalle nostre spiagge più belle, ma non troppo”.
Così si apre il capitolo su Sarroch, comune sede della raffineria più grande d’Italia, la Saras s.p.a.; un esplicito richiamo al conflitto tra industria e turismo in Sardegna. Successivamente, il regista, parlando direttamente allo spettatore, introduce il problema di Sarroch partendo dalla grande incidenza di malattie oncologiche presenti nel comune, in particolare la leucemia. Infine, sottolinea come non ci sia stata alcuna parola a riguardo tra le associazioni, dal comune, ecc.
TIMECODE: 34:50-36:20
Si vede la presenza di una patina oleosa da un video realizzato da “Associazione Salva il Mare” nel 2015. Il regista commenta così: “vedere un mare di questo tipo per noi sardi è qualcosa di molto strano perchè siamo abituati, come sono abituati anche i turisti dopotutto, a vedere un mare molto diverso ma evidentemente ci conviene mostrare solo le belle spiagge”. Ulteriore esplicito richiamo al conflitto tra industria e turismo, tra la proiezione delle “belle spiagge” e il nascondere l’inquinamento e il “brutto”. Infatti, subito dopo, illustra come tra i sardi vi siano chi sostiene l’industria a prescindere poiché come unico modello di sviluppo, e chi invece la condanna perché la considera come la radice di tutti i problemi legati alla salute. Infine, il regista sottolinea come una soluzione, secondo lui, non può provenire dal basso, dai cittadini, ma deve provenire dalla Giustizia, dalla legge, dallo Stato.
Titolo: Sardegna: il tramonto di un paradiso (versione alternativa: Sardegna: la difesa di un paradiso)
Regia: Carlo Gaspa
Anno: 2016
Supporti: audiovisivo, digitale colore
Genere: documentario, non fiction
Durata: 1:16:00
Soggetto conservatore: Heart of Sardinia
Complesso archivistico: N/A