Dopo esser stato lasciato dalla compagna, Aldo decide di allontanarsi da Goriano, il piccolo villaggio nel ferrarese in cui vive, per iniziare un lungo vagabondaggio apparentemente senza meta con la figlioletta Rosina.
Un dramma itinerante dal sapore neorealista, nel quale il protagonista, ex-operaio in una raffineria di zucchero, vaga sugli argini del Po alla ricerca della propria identità, attraverso una pianura padana sempre più contaminata dai segni del progresso e dell’imminente benessere economico ma comunque desolata, specchio del suo stato d’animo e malessere interiore.
Il film avrebbe dovuto essere girato tra Pontelagoscuro, Occhiobello, Ca’ Venier e Punta Maistra, ma la rotta del Po nel 1956 fece operare dei tagli alla sceneggiatura e un ripensamento generale di tutte le location.
Il paese immaginario di Goriano e la casa di Aldo e Irma vennero così spezzettate in quattro set diversi: Francolino, per le scene girate tra le vie del paese, la periferia di Ravenna nella zona di Pontelagoscuro, l’argine del Po all’altezza di Ravalle, dove si trovava la casa di Irma, Stienta, per le riprese del paese dalla strada. Nella zona d’argine fra Pontelagoscuro e Occhiobello era situata la casa di Elvia. Il distributore di benzina di Virginia venne invece collocato vicino alle Saline di Cervia, in zona Tantlon (su Strada Statale Salara 254).
Scheda tratta dall’approfondimento: Biodiversità nel delta del Po: trasformazioni ambientali e immaginario cinematografico
TIMECODE: 32:30-33:32
Un momento di malinconia e il capanno dove Aldo si apparta assieme alla figlia Rosina presso la Società canottieri Ferrara a Pontelagoscuro.
Titolo: Il grido
Regia: Michelangelo Antonioni
Anno: 1957
Supporti: audiovisivo, pellicola b/n
Genere: fiction
Durata: 01:50:26
Soggetto conservatore: Film&Clips Bianco e Nero
Complesso archivistico: N/A