Nel cortile della Basilica San Vincenzo alla Sanità di Napoli cantano i Terroni Uniti, collettivo che coinvolge circa trenta artisti, da chi ha fatto la storia della musica napoletana sino alle nuove leve. Il brano “Simmo tutte Sioux” supporta la causa delle popolazioni indigene dei territori compresi tra il tra North Dakota e South Illinois, in Nord America. All’inizio del 2016, le popolazioni hanno dato vita alla protesta No DAPL (No Dakota Access Pipeline) contro la costruzione di un oleodotto che violava una terra per loro sacra e che costituiva una minaccia per il loro approvvigionamento d’acqua. Con questo brano, gli artisti manifestano la loro vicinanza ai Sioux ed esprimono un sentimento di preoccupazione per il destino della Terra. Come dichiarato dagli stessi artisti: “L’utilizzo di parole e simboli indigeni non vuol essere una forma di appropriazione culturale, ma un tentativo di divulgare le ragioni della protesta, con il massimo rispetto e con la consapevolezza che la musica sia il mezzo più potente per veicolare messaggi, quindi No DAPL, ma anche No Tav, No Triv, No Expo, No Tap e no a quella globalizzazione che costruisce muri anziché abbatterli” (DireGiovani, 2017).
TIMECODE: 02:47-03:46
No DAPL ma anche No Tav, No Triv, No Expo, No Tap e no a quella globalizzazione che costruisce muri anziché abbatterli.
Titolo: Terroni Uniti – Simmo tutte Sioux
Regia: Luciano Filangieri
Anno: 2017
Supporti: audiovisivo, digitale colore
Genere: videoclip, fiction
Durata: 03:42
Soggetto conservatore: 99 Posse
Complesso archivistico: N/A