Documentario sulle acque costiere: distese d’acqua che si sono formate naturalmente ad opera di processi geologici in prossimità della linea di costa e sono un aspetto tipico della natura italiana.
Su una cartina dell’Italia vengono indicate evidenziandole le varie aree di acque costiere. Dei disegni animati spiegano la formazione di laghi costieri e lagune (con spiaggia bassa e con costa frastagliata e rocciosa).
Dopo il caso della laguna di Orbetello (e della sua oasi naturalistica WWF, dove i migratori possono ancora trovare un rifugio sicuro e un habitat adatto alla loro permanenza stagionale), ci si concentra sul lago di Burano (immediatamente a sud), un tipico esempio di ecosistema costiero. Tra il mare e il lago vi è infatti solo una stretta striscia di terra.
Il carattere di oasi naturale coesiste qui pacificamente con lo sviluppo della pesca. Il lago di Burano può essere considerato come un modello di ambiente naturale per la flora e la fauna. In quanto zona protetta presenta una collezione vivente dell’avifauna e della flora tipiche della duna costiera mediterranea. Le immagini mostrano primi piani dei fanghi salmastri del lago con piantine di salicornia, le canne e le cannucce di palude che bordano le rive, le piante della tipica macchia mediterranea sulle dune (ginepro, lentischio, sabina, pini marittimi, lecci) e gruppi di uccelli migratori, folaghe e diverse specie di anatre.
La voce narrante spiega: “naturalmente, anche il lago di Burano deve essere attentamente gestito dall’uomo per evitare che i suoi equilibri ecologici si alterino”. Un canale artificiale regola i suoi rapporti con il mare e periodiche aperture permettono il ricambio delle acque.
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Timecode 05:15-11:15
Il lago di Burano, un tipico esempio di ecosistema costiero.
Titolo: Le acque costiere Regia: Virgilio Tosi Anno: 1976 Supporti: audiovisivo, analogico colore Genere: documentario, non fiction Durata: 00:34:48 Soggetto conservatore:Archivio Luce Complesso archivistico: Aspetti della natura in Italia
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Come collaborare
Il progetto prevede non solo la collaborazione con enti ed istituzioni che si occupano della raccolta e della catalogazione di materiali fotografici e audiovisivi ma anche il coinvolgimento di altri soggetti – cittadini, organizzazioni indipendenti, etc. – che vogliano inviare o segnalare possibili contributi di interesse per la ricerca.
In questa prima fase, è possibile mettersi in contatto con il team di lavoro via e-mail o utilizzando i nostri canali social, in futuro non si esclude di attivare anche un canale dedicato sul sito per il caricamento diretto di contributi da parte degli utenti.
Greening the visual: un’introduzione
Il progetto mette insieme tre unità di ricerca – afferenti all’Università di Milano-Bicocca, IULM e Tor Vergata – che lavoreranno sul paesaggio italiano tenendo conto del fatto che questo si compone di diverse realtà e cercando di costruirne una tipologia. L’unità IULM si focalizzerà sul paesaggio urbano industriale, quella di Tor Vergata sul paesaggio rurale e quella di Milano-Bicocca sul paesaggio marino.
Il lavoro di ricerca consisterà innanzitutto nell’indagare come è stato rappresentato il paesaggio italiano dagli anni del boom economico in poi e come viene rappresentato ancora oggi. Quindi, analizzando le diverse modalità di rappresentazione, che sono cambiate nel corso del tempo, si cercherà di capire se alla base di queste diverse modalità di rappresentazione ci sia anche un approccio differente all’ambiente, quello che noi chiamiamo “un diverso discorso ambientalista”. In questo caso l’interrogativo è quello di individuare quale sia l’obiettivo, l’idea di fondo della rappresentazione: se quello di proteggere, di preservare, oppure di conservare, o se c’è un’idea che pone particolare attenzione agli animali, se c’è un approccio antropocentrico o se invece siamo in grado di liberarci dallo specismo.
C’è una complessità teorica alla base di questo progetto dovuta anche al tentativo di mettere insieme le diverse competenze coinvolte, perché lavorare sulla rappresentazione del paesaggio significa evidentemente anche costruire un dialogo fra geografi ed esperti di media audiovisivi.
Greening the Visual: an Environmental Atlas of Italian Landscapes è quindi di un progetto importante e complesso della durata di tre anni che speriamo porti anche a dei risultati appetibili dal punto di vista del pubblico. Infatti, tra gli obiettivi del progetto, c’è anche che questo atlante possa diventare uno strumento educativo, per cui parte della ricerca coinvolgerà anche le scuole e si concentrerà su come il materiale audiovisuale possa essere utilizzato per scopi didattici
(Tratto dall’intervento di Elena dell’Agnese, coordinatrice del progetto, in occasione del Convegno SIMTUR 2020).