Il documentario illustra le attività di pesca e lavorazione delle anguille nelle valli di Comacchio intorno agli anni ’20. Immagini notturne mostrano l’uscita in barca dei pescatori, il trasferimento delle anguille dalle trappole alle corbe galleggianti e il rientro nella stazione di pesca, dove i pescatori, lontani da casa, fanno vita in comune. Nella fabbrica della lavorazione – l’Azienda delle Valli Comunali di Comacchio, attuale Manifattura dei Marinati – arrivano i barconi carichi di anguille. Come in una catena di montaggio, le anguille vengono prima affettate, poi infilzate su lunghi spiedi appuntiti, infine messe sul fuoco. Al mattino suonano le campane della chiesa, la fabbrica è colma di botti contenenti le anguilla lavorate e i barconi tornano ad attraversare i canali, salutati dai bambini del paese. “Comacchio sembra sorgere dall’acqua, circondato dalle sue valli, vastissime lagune che si stendono tra sottili argini fino all’adriatico. Il paese vive di una sola industria: la pesca e la lavorazione delle anguille, di cui nelle valli è straordinaria abbondanza.” Dopo una panoramica dall’alto del paese e della laguna circostante, delle vedute di palude e di stagni, di una stazione di pesca su un canale di comunicazione tra le valli e il mare, le immagini scorrono sulle attrezzature e le reti, preparate nel canale, per intrappolare le anguille nel momento in cui affluiscono dal mare per venire a deporre le uova.
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Dopo una panoramica dall’alto del paese e della laguna circostante, delle vedute di palude e di stagni, di una stazione di pesca su un canale di comunicazione tra le valli e il mare, le immagini scorrono sulle attrezzature e le reti, preparate nel canale, per intrappolare le anguille nel momento in cui affluiscono dal mare per venire a deporre le uova.
Titolo: Comacchio Regia: Fernando Cerchio Anno: 1942 Supporti: audiovisivo, pellicola b/n Genere: documentario, non fiction Durata: 00:20:26 Soggetto conservatore: Archivio Luce Complesso archivistico: N/A
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Come collaborare
Il progetto prevede non solo la collaborazione con enti ed istituzioni che si occupano della raccolta e della catalogazione di materiali fotografici e audiovisivi ma anche il coinvolgimento di altri soggetti – cittadini, organizzazioni indipendenti, etc. – che vogliano inviare o segnalare possibili contributi di interesse per la ricerca.
In questa prima fase, è possibile mettersi in contatto con il team di lavoro via e-mail o utilizzando i nostri canali social, in futuro non si esclude di attivare anche un canale dedicato sul sito per il caricamento diretto di contributi da parte degli utenti.
Greening the visual: un’introduzione
Il progetto mette insieme tre unità di ricerca – afferenti all’Università di Milano-Bicocca, IULM e Tor Vergata – che lavoreranno sul paesaggio italiano tenendo conto del fatto che questo si compone di diverse realtà e cercando di costruirne una tipologia. L’unità IULM si focalizzerà sul paesaggio urbano industriale, quella di Tor Vergata sul paesaggio rurale e quella di Milano-Bicocca sul paesaggio marino.
Il lavoro di ricerca consisterà innanzitutto nell’indagare come è stato rappresentato il paesaggio italiano dagli anni del boom economico in poi e come viene rappresentato ancora oggi. Quindi, analizzando le diverse modalità di rappresentazione, che sono cambiate nel corso del tempo, si cercherà di capire se alla base di queste diverse modalità di rappresentazione ci sia anche un approccio differente all’ambiente, quello che noi chiamiamo “un diverso discorso ambientalista”. In questo caso l’interrogativo è quello di individuare quale sia l’obiettivo, l’idea di fondo della rappresentazione: se quello di proteggere, di preservare, oppure di conservare, o se c’è un’idea che pone particolare attenzione agli animali, se c’è un approccio antropocentrico o se invece siamo in grado di liberarci dallo specismo.
C’è una complessità teorica alla base di questo progetto dovuta anche al tentativo di mettere insieme le diverse competenze coinvolte, perché lavorare sulla rappresentazione del paesaggio significa evidentemente anche costruire un dialogo fra geografi ed esperti di media audiovisivi.
Greening the Visual: an Environmental Atlas of Italian Landscapes è quindi di un progetto importante e complesso della durata di tre anni che speriamo porti anche a dei risultati appetibili dal punto di vista del pubblico. Infatti, tra gli obiettivi del progetto, c’è anche che questo atlante possa diventare uno strumento educativo, per cui parte della ricerca coinvolgerà anche le scuole e si concentrerà su come il materiale audiovisuale possa essere utilizzato per scopi didattici
(Tratto dall’intervento di Elena dell’Agnese, coordinatrice del progetto, in occasione del Convegno SIMTUR 2020).