Il film racconta di un’umile lavandaia di campagna, Agnese, a cui i nazisti deportano il marito ammalato, per aver dato ospitalità ad un soldato italiano dopo l’8 settembre ‘43. L’uccisione di un soldato tedesco e l’ingresso nel movimento partigiano clandestino accompagnano la graduale presa di coscienza della donna, sempre più impegnata come staffetta tra gli argini della Valle e i paesi limitrofi, fino a diventare riferimento e testimone della dura lotta antifascista.
Tratto dall’omonimo romanzo di Renata Viganò del 1948, il film è un’opera corale in cui il paesaggio diventa protagonista della tragedia.
Le riprese sono state effettuate nelle Valli di Comacchio, nei territori di Bagnacavallo e Alfonsine.
A Stazione Foce, all’imbocco delle Valli di Comacchio, è ancora oggi visibile la caserma dei partigiani che fu costruita appositamente per il film e successivamente allagata per esigenze di sceneggiatura.
Scheda tratta dall’approfondimento: Biodiversità nel delta del Po: trasformazioni ambientali e immaginario cinematografico
TIMECODE: 40:18-43:35
Agnese in barca con i partigiani dopo aver ucciso un soldato tedesco.
Titolo: L’Agnese va a morire
Regia: Giuliano Montaldo
Anno: 1976
Supporti: audiovisivo, pellicola colori
Genere: fiction
Durata: 02:07:05
Soggetto conservatore: Giulio Dell73
Complesso archivistico: N/A