Impietosa e severa descrizione della cementificazione a Roma tra gli anni Cinquanta e Sessanta. La narrazione pare non lasciare alcuna speranza nel futuro, nessuno possibilità di un’inversione di rotta, data la rapidità e la scala della trasformazione urbanistica in corso. Il verde pubblico e privato è ridotto ai balconi, a ridottissimi giardinetti mentre gli abitanti di Roma, loro malgrado, sono divenuti “prigionieri del cemento”.
TIMECODE 00:00-02:40
'Roma cresce, ma cresce purtroppo caoticamente, senza regola. La speculazione edilizia esige che ogni metro quadrato sia costruibile...se fosse possibile non si farebbero neppure le strade'. Questa sequenza concentra l'essenza del discorso, ovvero di una cementificazione in corso e la privazione del verde urbano come come danno all'ambiente umano: 'spesso nei nuovi quartieri l'unico verde è quello dei vasi di piante sui balconi'.
Intanto, 'i cantieri avanzano', tra di essi i bambini giocano e il quartiere semplicemente 'viene concepito come un ammasso di vani, dove mangiare e dormire'
TIMECODE 09:30-10:08
'Cosa sarà domani se la crescita di città e villaggi continuerà incontrollata? Sarà per tutti, a vita, la prigione di cemento'.
Titolo: Prigionieri del cemento
Regia: Fernando Cerchio
Anno: 1964
Supporti: audiovisivo, pellicola colore
Genere: documentario, non fiction
Durata: 10:08
Soggetto conservatore: CSC – Archivio Nazionale Cinema Impresa
Complesso archivistico: Fondo Videa