Esordio di Luchino Visconti, considerato una delle pietre miliari del nascente cinema neorealista, “Ossessione” è nato dalla volontà del regista di raccontare il mondo del sottoproletariato della valle padana, mostrando anche un paesaggio inedito per il cinema italiano.
Gino, un giovane vagabondo squattrinato e senza meta, arriva nello spaccio di campagna di proprietà del “Bragana”, un uomo anziano con una moglie, Giovanna, più giovane di lui e insoddisfatta della vita che conduce. Gino trova ospitalità e lavoro nell’osteria e intreccia una relazione clandestina con la padrona di casa, che, stanca di non poter vivere la relazione con l’uomo di cui è innamorata, istiga Gino a uccidere il marito simulando un incidente d’auto. Il rimorso del delitto e la paura di essere scoperti dalla polizia segneranno la loro unione fino al tragico epilogo.
La vicenda si snoda nella bassa padana ferrarese, lungo gli argini del Po, dove sono state effettuate gran parte delle riprese. L’osteria del Bragana si trovava sugli argini del Po in zona Polesella.
Scheda tratta dall’approfondimento: Biodiversità nel delta del Po: trasformazioni ambientali e immaginario cinematografico
TIMECODE: 01:18:00-01:22:30
Una delle scene girate all’esterno dell’osteria del Bragana, sugli argini del Po in zona Polesella.
Titolo: Ossessione
Regia: Luchino Visconti
Anno: 1943
Supporti: audiovisivo, pellicola b/n
Genere: fiction
Durata: 02:05:49
Soggetto conservatore: Memorie Cinematografiche
Complesso archivistico: N/A