Documentario sulle acque costiere: distese d’acqua che si sono formate naturalmente ad opera di processi geologici in prossimità della linea di costa e sono un aspetto tipico della natura italiana. Su una cartina dell’Italia vengono indicate evidenziandole le varie aree di acque costiere. Dei disegni animati spiegano la formazione di laghi costieri e lagune (con spiaggia bassa e con costa frastagliata e rocciosa). Le valli di Comacchio costituiscono un importante centro di acquacoltura, nonostante intorno agli anni 50 siano stati prosciugati e adibiti a coltivazioni agricole circa due terzi della loro intera superficie. Alle riprese della vegetazione lacustre di queste valli, seguono le immagini della raccolta del pesce lungo il canale di Porto Garibaldi (uno degli sbocchi a mare delle valli di Comacchio). A fianco delle antiche valli e delle imbarcazioni dotate di reti a bilancia, “sono sorte in questi anni imprese moderne per realizzare una forma di acquacoltura intensiva basata su metodi scientifici: in questi casi i naturali equilibri ecologici (salinità dell’acqua, ciclo della catena alimentare, scambi tra mare e acque interne), sono sostituiti da operazioni tecniche direttamente svolte e controllate dall’uomo, come il ricambio forzato delle acque, l’alimentazione, gli accertamenti sanitari”. Nelle grandi vasche artificiali vengono allevati intensamente cefali, spigole e anguille. In laboratorio viene riprodotto l’intero ciclo alimentare dei pesci allevati.
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Timecode 27:13-34:48
La pesca e la lavorazione delle alici a Comacchio.
Titolo: Le acque costiere Regia: Virgilio Tosi Anno: 1976 Supporti: audiovisivo, analogico colori Genere: documentario, non fiction Durata: 00:34:48 Soggetto conservatore: Archivio Luce Complesso archivistico: Aspetti della natura in Italia
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Come collaborare
Il progetto prevede non solo la collaborazione con enti ed istituzioni che si occupano della raccolta e della catalogazione di materiali fotografici e audiovisivi ma anche il coinvolgimento di altri soggetti – cittadini, organizzazioni indipendenti, etc. – che vogliano inviare o segnalare possibili contributi di interesse per la ricerca.
In questa prima fase, è possibile mettersi in contatto con il team di lavoro via e-mail o utilizzando i nostri canali social, in futuro non si esclude di attivare anche un canale dedicato sul sito per il caricamento diretto di contributi da parte degli utenti.
Greening the visual: un’introduzione
Il progetto mette insieme tre unità di ricerca – afferenti all’Università di Milano-Bicocca, IULM e Tor Vergata – che lavoreranno sul paesaggio italiano tenendo conto del fatto che questo si compone di diverse realtà e cercando di costruirne una tipologia. L’unità IULM si focalizzerà sul paesaggio urbano industriale, quella di Tor Vergata sul paesaggio rurale e quella di Milano-Bicocca sul paesaggio marino.
Il lavoro di ricerca consisterà innanzitutto nell’indagare come è stato rappresentato il paesaggio italiano dagli anni del boom economico in poi e come viene rappresentato ancora oggi. Quindi, analizzando le diverse modalità di rappresentazione, che sono cambiate nel corso del tempo, si cercherà di capire se alla base di queste diverse modalità di rappresentazione ci sia anche un approccio differente all’ambiente, quello che noi chiamiamo “un diverso discorso ambientalista”. In questo caso l’interrogativo è quello di individuare quale sia l’obiettivo, l’idea di fondo della rappresentazione: se quello di proteggere, di preservare, oppure di conservare, o se c’è un’idea che pone particolare attenzione agli animali, se c’è un approccio antropocentrico o se invece siamo in grado di liberarci dallo specismo.
C’è una complessità teorica alla base di questo progetto dovuta anche al tentativo di mettere insieme le diverse competenze coinvolte, perché lavorare sulla rappresentazione del paesaggio significa evidentemente anche costruire un dialogo fra geografi ed esperti di media audiovisivi.
Greening the Visual: an Environmental Atlas of Italian Landscapes è quindi di un progetto importante e complesso della durata di tre anni che speriamo porti anche a dei risultati appetibili dal punto di vista del pubblico. Infatti, tra gli obiettivi del progetto, c’è anche che questo atlante possa diventare uno strumento educativo, per cui parte della ricerca coinvolgerà anche le scuole e si concentrerà su come il materiale audiovisuale possa essere utilizzato per scopi didattici
(Tratto dall’intervento di Elena dell’Agnese, coordinatrice del progetto, in occasione del Convegno SIMTUR 2020).